Ammirazione, stupore e incredulità destò nel 1991 l'uscita dell'Amore molesto. Chi era questa scrittrice che si firmava Elena Ferrante e dichiarava di aver vissuto molto tempo a Napoli e poi in Grecia? Già in quel primo romanzo la sua voce era decisa, nitida, perfetta. Una voce che alla fitta trama coniugava l'atmosfera soffocante del romanzo poliziesco americano, il gesticolare patetico e comico dei grandi personaggi di Samuel Beckett, gli angoscianti dubbi sulla propria identità di Virginia Woolf, e la confusa e allo stesso tempo cruciale caccia ai fantasmi di Henry James. Difficile dare un'etichetta a un tale romanzo: una donna di circa quarantacinque anni che, di fronte all'improvvisa e misteriosa morte della madre, tenta di appurare come si sono svolti i fatti.